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Il corpo e il nome – Gli ignoti delle Fosse Ardeatine
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In occasione dell’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine (24 marzo 1944), un docufilm sulla storia di tre donne che hanno collaborato per ridare un nome alle vittime rimaste ignote

Dei 335 martiri uccisi dai nazisti, di cui 75 di origine ebraica, nell’eccidio delle Fosse Ardeatine a Roma il 24 marzo del 1944, 12 corpi non avevano avuto un nome. A oltre 75 anni da quella strage, “Il corpo e il nome – gli ignoti delle Fosse Ardeatine” racconta la storia di tre donne, una documentarista, un’archivista e una biologa forense che sono riuscite a restituire a due famiglie l’identificazione certa dei loro cari sepolti nel mausoleo delle Fosse Ardeatine, offrendo loro finalmente un luogo dove poter celebrare il proprio lutto.

Prodotto da Venicefilm e SD Cinematografica, in collaborazione con Rai Documentari e MiC-Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, il documentario è nato da un’idea della ricercatrice Michela Micocci, per la regia di Daniele Cini, con la collaborazione del Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti-Ministero della Difesa, dell’ANFIM (Associazione Nazionale Famiglie Italiane Martiri) e del Museo della Liberazione, il film-documentario è andato in onda il 24 marzo in seconda serata su Rai Tre.

 

Una storia piena di emozioni. Da Roma a Firenze, dall’Abruzzo alla campagna londinese, fino alla città israeliana di Tel Aviv, il documentario insegue le strade che portano a far combaciare “un corpo a un nome”, riuscendo a combinare la rievocazione storica con l’esperienza reale, tanto da imbattersi per davvero, sul campo, in una scoperta inaspettata. Tra le testimonianze, accanto ai famigliari delle vittime, anche Alessandro Portelli autore del libro “L’ordine è già stato eseguito”, Sergio Schiavone, comandante Ris Roma e Francesco Sardone, direttore del Mausoleo delle Fosse Ardeatine.

 

 

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